La posizione di Gravina nel caso dossieraggio, le accuse e le operazioni interessate

By Andrea Gigante

Nel pomeriggio di ieri, Gabriele Gravina è stato ascoltato negli uffici della Procura della Repubblica di Roma rilasciando delle dichiarazioni spontanee in merito allo scandalo "dossieraggio". Secondo quanto ricostruito da Il Corriere della Sera, il presidente della FIGC risulterebbe infatti indagato per una presunta tangente da 250 mila euro e avrebbe chiesto di essere interrogato per smentire ogni illecito.

I rappresentanti legali di Gravina, Leo Mercurio e Fabio Viglione, hanno poi dichiarato all'ANSA: “In ragione delle intollerabili strumentalizzazioni e delle ricostruzioni distorsive della verità dei fatti che lo hanno chiamato in causa negli ultimi giorni, pur non risultando indagato, questa mattina Gabriele Gravina ha chiesto di essere ascoltato per chiarire la sua posizione e le circostanze di cui è stato vittima. L'audizione si è svolta questo pomeriggio presso gli uffici della Procura della Repubblica di Roma".

Gli avvocati Mercurio e Viglione restano dunque fiduciosi e, anzi, si augurano anche "l'individuazione dei mandanti" di tale attività di dossieraggio che vede coinvolto il loro assistito. Sempre secondo Il Corriere della Sera, il nome di Gravina sarebbe saltato fuori in seguito a una segnalazione presso la Procura di Salerno dopo le rivelazioni di Pasquale Striano a Emanuele Floridi, ex collaboratore del presidente della FIGC diventato in seguito un uomo vicino a Claudio Lotito, presidente della Lazio che nel gennaio 2022 cedette la Salernitana a Danilo Iervolino, in un'operazione che di fatto acuì gli attriti politico-sportivi con Gravina. Per fare chiarezza in merito ai rumors che lo vorrebbero come “mandante” dell’indagine, anche Lotito ha chiesto di essere ricevuto dagli inquirenti.

Secondo quanto riportato da La Gazzetta dello Sport, la Guardia di Finanza, su mandato della Procura di Perugia, si sta concentrando in particolare su compravendita di libri antichi mai conclusa che avrebbe portato a un guadagno solo per le caparre tra i 250 e 350 mila euro e all’acquisto di una casa a Milano per la figlia della sua compagna, ma anche sul bando del 2018 sui diritti televisivi della Lega Pro (di cui all’epoca era alla guida). Tre operazioni che se fossero collegate tra loro potrebbero alimentare un'accusa di autoriciclaggio.

Palpabile la delusione del numero uno del CONI Giovanni Malagò:"Non so se può scoppiare uno scandalo, però quando senti certe notizie sei a dir poco rattristato. C’è chi parla poi a nome della politica, c’è una grande tristezza nel vedere che al momento e fino a prova contraria ci sono coinvolti protagonisti del mondo dello sport e del calcio. Almeno per quelle che sono le notizie, poi sapete che non do certo giudizi".

Gravina si dimetterà?

In linea teorica Gabriele Gravina potrebbe restare alla guida della FIGC anche da indagato, fino all'emissione del giudizio di terzo grado da parte della Cassazione. L'iter però è ancora piuttosto lungo: il Gup deciderà tra rinvio a giudizio o archiviazione solo tra qualche mese e prima di arrivare a una sentenza definitiva potrebbero passare anni.

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