Il finale di stagione da incubo del Manchester United

By Francesco Castorani

Sir Alex Ferguson se ne è andato dieci anni fa e ha lasciato un vuoto che nessuno è riuscito a colmare. Nè Moyes nè Van Gaal, nè Solskjaer nè Rangnick e, ora possiamo dirlo,nemmeno Erik Ten Hag. Dall'unico allenatore in grado di vincere un numero di trofei rilevanti, José Mourinho con 3, sono trascorsi ormai troppi anni.

Il Manchester United è un'illusione che si sfalda al termine di ogni stagione, assume contorni che sembrano definirsi, prima che un periodo negativo ne trascini via l'identità mandando a rotoli quanto costruito. Lasciando macerie a Old Trafford che portano istantaneamente la società a mettere mano al portafogli importando giocatori validi per cifre impressionanti, promesse il cui talento si disperde in maniera inspiegabile.

È il caso di Jadon Sancho e Antony, ma anche di Paul Pogba e Mkhitaryan se vogliamo scavare nelle campagne trasferimenti del passato. Una realtà che continua ad attrarre, perché un secolo di storia in Premier League non si cancella con una decade negativa, ma il cui gap con le altre potenze inglesi è ormai troppo evidente per essere ignorato.

I vari crolli della stagione di Ten Hag

Il Manchester United si è presentato alla Premier League 2023-24 non da contendente favorita per il titolo, ma da terza classificata al primo anno di Erik Ten Hag, con 75 punti (la quota migliore dai tempi di José Mourinho). Si è presentata come alternativa valida per poter agganciarsi al treno di Manchester City, Arsenal e del rientrante Liverpool e poi chissà.

E invece l'inizio ha chiarito subito che si sarebbe trattato di una stagione molto travagliata. Tre sconfitte nelle prime cinque giornate di Premier e un'eliminazione critica dalla fase a gruppi di Champions League contro avversarie abbordabili (Bayern Monaco, Galatasaray e Copenaghen). Un quarto posto nel girone che ha negato anche la possibilità di riscatto in Europa League.

FC Copenhagen v Manchester United FC - UEFA Champions League | Anadolu/GettyImages

È lì che forse si spaccato gran parte del lavoro del manager olandese. Un'esclusione dalla quale i Red Devils hanno provato a rialzarsi, ma che ha inciso in maniera troppo significativa su ciò che restava della stagione. A tre giornate dal termine della Pemier League il Manchester United è ottavo in classifica con 54 punti, una tabella indisponibili infinita e le possibilità di qualificazione europea che sembrano abbastanza scarse. Il calendario prevede Arsenal, Newcastle e Brighton, Arteta, Howe e De Zerbi, tre squadre e tre allenatori contro cui Ten Hag ha perso la gara di andata e che appaiono oggi come ostacoli insormontabili a causa della fragilità della squadra di Manchester.

13 sconfitte nella corrente Premier League (oltre un terzo delle gare) e 10 punti nelle ultime 10 gare in campionato in un 2024 che era cominciato bene e che sta terminando malissimo. Le uniche due vittorie dei red devils negli ultimi due mesi della massima divisione inglese sono arrivate contro l'Everton e contro il retrocesso Sheffield United. 19 i gol subiti nelle ultime 9 e la Semifinale di FA Cup vinta contro il Coventry City ai calci di rigori a fotografare le due facce di un'altra stagione da dimenticare.

Coventry City v Manchester United - Emirates FA Cup Semi Final | Richard Heathcote/GettyImages

È vero, il Manchester United giocherà la seconda Finale consecutiva di FA Cup dopo quella persa lo scorso anno contro il City di Guardiola. Lo farà ancora contro il tecnico catalano, ma un'eventuale vittoria potrebbe davvero risollevare il morale dei tifosi? O sarebbe l'ennesima illusione sul fatto che i Red Devils abbiano trovato gli strumenti e la via per competere ai massimi livelli?

La sensazione è che la guida dello United vada affidata a un manager di caratura mondiale, con grande esperienza in club di altissimo livello e una gestione del calciomercato più esperta. La dispersione di talento ha raggiunto picchi difficilmente apprezzati altrove e soltanto il dominio incontrastato del Manchester City ha frenato il Liverpool dal sorpasso nell'albo d'oro della Premier League. Ciò che, dopo una decadem sembra ancora mancare a Old Trafford è la sicurezza nello scommettere sul progetto di un allenatore, un fattore che ha riportato i reds sulle vette inglesi ed europee, che ha riportato i gunners a competere per la Premier in due stagioni consecutive, e che, con le dovute proporzioni, ha portato anche piazze come Brighton, la parte londinese del West Ham o come Birmingham (Aston Villa) a sognare in grande.

Soltanto il nome "Manchester United" è un qualcosa che impone di lottare Premier League, soprattutto se non accade da oltre dieci anni. I Red Devils devono trovare il condottiero che possa riportare la nave sulla rotta di sempre.

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