Dal modello Gasperini alla possibilità di vincere una coppa: le parole del Gasp

By La redazione di 90min

Gian Piero Gasperini ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della sfida contro la Juventus in programma domani allo stadio Olimpico, gara valida per la finale di Coppa Italia. Il tecnico dell'Atalanta avrà l'occasione di mettere nella bacheca un trofeo e avvicinarsi con grande autostima verso la finale di Europa League. Saranno giorni bollenti a Bergamo e dintorni. Queste le parole del mister della Dea in vista del match di domani.

"Ho sempre pensato che la Coppa Italia fosse l'unico trofeo possibile per l'Atalanta. Champions League e Scudetto troppo distanti per le nostre possibilità. Si tratta della terza finale ma siamo testardi, era difficile raggiungere anche l'Europa League ma abbiamo fatto un percorso incredibile. Manca l'ultimo miglio e ora abbiamo tutta l'intenzione e la voglia di vincere la finale. Il Liverpool ci ha svoltato l'Europa League, abbiamo sempre avuto percorsi differenziati senza scegliere una competizione piuttosto che un'altra. Anfield ci ha dato la consapevolezza di arrivare in finale".

"Guardiola è un amico e lo ringrazio per le sue parole ("L'Atalanta può battere chiunque" ndr). Sicuramente le partite ci hanno dato autostima. La Juventus ha il valore delle primissime nonostante gli ultimi risultati. Le ultime partite giocate ci hanno dato forza, i tanti impegni tolgono qualcosa ma ti restituiscono altro. Il merito è sempre dei giocatori che hanno mantenuto una forza morale incredibile ininterrottamente da febbraio. Si sono rigenerati di gara in gara".

"Nel tempo abbiamo modificato molto, forse questa è la terza Atalanta. Ma è sempre stata una squadra con un forte spirito e identità. Questo è un gruppo che ha bruciato le tappe, si è cambiato molto in attacco ma ci sono state le motivazioni giuste e ci siamo posizionati su una fascia che ci permette di giocare così. Il desiderio di migliorarci è la motivazione forte che ci permette di stare in una posizione di alta classifica"

"Se questa è la mia Atalanta più forte si vedrà più avanti, sicuramente è giovane e forte. Ha bruciato le tappe rinnovandosi e restando competitiva. Favoriti o meno domani conta poco. Se guardiamo i risultati delle ultime settimane noi abbiamo grande entusiasmo, loro meno nel girone di ritorno. Posso dire che incontreremo una squadra molto forte, la Juventus è una squadra forte e non ci sono dubbi".

"Ogni partita è diversa e questa non sarà simile alla Roma. L'assenza di Scamacca ci costringerà a trovare altre soluzioni. Sono molto dispiaciuto di questo, è stato privato di una finale dove bisogna portare i giocatori migliori. Forse dobbiamo adeguarci a quello che succede in Europa dove le ammonizioni si azzerano nelle semifinali. Nel conto di una stagione ci sta arrivare carichi di diffide, ma una piccola ammozione diventa un peccato. In ogni caso contro la Juventus sarà un altro tipo di partita, spero domani di ritrovere lo stesso spirito delle ultime settimane: così facendo ci saranno più chance".

"Bergamo sta vivendo un momento di fibrillazione e l'Atalanta catalizza i pensieri della città. Sarà così nei prossimi giorni. Dublino assumerà un carattere internazionale. Questo è un momento fantastico, non so se vale un trofeo ma è fortissimo il legame tra Bergamo e l'Atalanta. Questa partecipazione resterà legata alla storia, faremo di tutti per portarla a casa. Giocare tanto ci ha permesso di bruciare le tappe, ci siamo allenati meno ma abbiamo stabilito ogni volta in campo delle soluzioni e delle esperienze che ci hanno fatto crescere. Non pensavo potessimo raggiungere questi traguardi. Il merito è dei ragazzi che si sono applicati in un modo incredibile e siamo migliorati. La consapevolezza è arrivata strada facendo: abbiamo perso qualche punto in campionato ma non era facile mantenere la stessa attenzione. La squadra mi ha dato una grandissima soddisfazione sul piano tecnico, tattico, fisico e mentale".

"Nelle finali ci sono meno margini di rimonta, bisogna stare attenti agli episodi. Serve concentrazione e a fare la differenza è la fiducia, il gesto tecnico corretto. Sono aspetti determinanti. Non è facile replicare il modello Gasperini in futuro, noi abbiam odato fiducia e speranza alle società non di primissima fascia ma le idee e la capacità della società di fare plusvalenze sono stati il segreto dell'Atalanta. Credo sia l'unico modo per poter essere competitivi reinventandosi e trovando risorse. Per questo è stato importante andare in Champions League, vendere e realizzare cifre da reinvestire. Ma bisogna sbagliare molto poco sul mercato. L'Atalanta ha una squadra giovane: Scalvini, Ruggeri e Carnesecchi sono cresciuti nel vivaio, Ederson e Koopmeiners sono stati valorizzati, loro e anche gli attaccanti. Si può replicare ma è difficile perché le risorse vanno create. Se ci siamo arrivati, chi non ha certi numeri può sognare, competere e partecipare per arrivare ad alti livelli".

"Non so se vincere mi renderebbe un bravo allenatore o meno. Quando vado a Crotone, Genova e Bergamo sono accolto bene. Nella vita ognuno deve superare i propri limiti e saperli superare significa essere vincenti. Ci sarà sempre qualcuno più bravo ma ognuno vince le proprie battaglie. C'è chi non può competere per vincere ma questo non significa che sia meno bravo".

"L'Atalanta di Papu, Ilicic, Zapata, Gosens e gli altri aveva segnato 98 gol, era una squadra spettacolare. Questa potenzialmente può diventare la più forte con caratteristiche diverse. Dovrà crescere ancora, l'Atalanta ha la possibilità di scalare ancora una posizione se si muoverà ancora meglio: oggi è una squadra giovane sulla quale costruire".

L'articolo originale è stato pubblicato da 90min.com/IT come Dal modello Gasperini alla possibilità di vincere una coppa: le parole del Gasp.