90min difficili, 37ª giornata di Serie A: il Sassuolo

By Marco Deiana

Nuovo giro, nuova corsa e altra squadra di Serie A in difficoltà.

Ecco 90min Difficili, una serie in cui verrà evidenziata la prestazione più negativa, secondo noi, tra le 20 squadre del massimo campionato italiano. Solo per questa occasione ho preso in prestito la rubrica da Francesco Castorani, quindi se troverete uno stile e approccio diverso non preoccupatevi. L'ultima giornata la lasciamo al suo legittimo proprietario.

Nelle prime sei puntate ci siamo concentrati - in ordine - su Genoa, Torino, Fiorentina, poi Empoli e Milan insieme ed infine sulla Juventus. Di seguito invece la lista degli episodi precedenti, dalla sesta giornata in poi.

Non abbiamo avuto molti dubbi sulla scelta della squadra che ha vissuto i suoi 90 minuti più difficili della 37ª giornata di Serie A. Sicuramente pensandoci bene potevamo scegliere il Milan, sconfitto in casa del Torino, così come il Lecce che in casa ha lasciato punti all'Atalanta, anche se ormai a salvezza acquisita è normale un calo di concentrazione. Ma la gara del Mapei Stadium tra Sassuolo e Cagliari ha portato a due verdetti nella penultima giornata di campionato: sardi salvi, emiliani in Serie B.

Un finale prevedibile

Il calcio d'inizio di Sassuolo-Cagliari è arrivato alle 12:30 di domenica 19 maggio. La Lega Serie A ha scelto proprio questo scontro salvezza come lunch match del weekend. E il Mapei Stadium si presentava a forti tinte rossoblù. La curva ospite è stata interamente occupata dai tifosi sardi, arrivati in massa a Reggio Emilia ad assistere ad un match da dentro o fuori. E dopo un primo tempo tutto sommato equilibrato con qualche brivido per i tifosi di entrambe le squadre, nella ripresa la partita si è accesa e il Cagliari negli ultimi venti minuti ha trovato la via della rete con Prati e Lapadula, vincendo e conquistando la salvezza. Per il Sassuolo invece notte fonda, anche se la retrocessione aritmetica non è arrivata al triplice fischio dell'arbitro al Mapei Stadium ma intorno alle 17 dopo la vittoria del Frosinone contro il Monza e il pareggio tra Udinese e Empoli.

Un finale prevedibile per il Sassuolo, che ha avuto un colpo di coda estemporaneo nel match contro l'Inter di qualche settimana che ha riacceso in parte le speranze dei neroverdi, ma non ha mai dato l'impressione di poter cambiare il trend negativo. La squadra ha pagato anche la poca esperienza a lottare per non retrocedere nelle fasi finale del campionato.

Alcuni dati del match contro il Cagliari confermano questa tesi. Per esempio in uno scontro salvezza di questo tipo, in casa, il Sassuolo ha chiuso la partita con il 0% di conclusioni in porta su sette tiri totali (quattro fuori e tre respinti dalla difesa). Solamente la metà dei cross tentati dalla squadra è andata a segno (7 su 14). Anche i dati sul possesso palla sono un indicatore da non sottovalutare. Il 56% del possesso palla del Sassuolo è avvenuto nella propria metà campo. Sicuramente non il modo migliore per approcciare una gara da vincere a tutti i costi.

Fine del ciclo Sassuolo e le parole di Ballardini

Arrivato alla 27ª giornata, Davide Ballardini ha preso il posto di Alessio Dionisi per cercare di risollevare una squadra in crisi di risultati ma l'uomo dei miracoli e delle salvezze non è riuscito nell'impresa e dopo undici anni di Serie A, il Sassuolo retrocede in Serie B con numeri pesanti dal punto di vista difensivo: ben 74 gol subiti (peggio ha fatto solo la Salernitana con 78).

Siamo molto dispiaciuti perché pensavamo di fare un altro percorso. Qui c'è una società forte. Oggi è un nuovo punto di partenza. I dirigenti sono capaci e anche i giocatori. Ci sono dei momenti in una stagione dove devi avere quell'attenzione e furore in più. Non abbiamo quella abitudine lì, a lottare, ad aggredire, perché abbiamo altre caratteristiche, anziché fare una corsa avanti forte siamo stati un po' frenati. I calciatori sono mortificati perché volevano che finisse in un altro modo visto l'impegno e la serietà che ci hanno messo. Non siamo stati così all'altezza, così bravi come la Serie A impone.

Sicuramente gli infortuni non hanno aiutato il Sassuolo in questa stagione. La lunga assenza di Domenico Berardi, leader carismatico, numero 10 e giocatori di categoria superiore per la rosa neroverde, si è fatta sentire.

Il Sassuolo senza Berardi non aveva mai vinto, ma non è una scusa perché una squadra forte deve fare a meno del suo giocatore migliore. Siamo tutti responsabili anche se si sono incastrate tante cose negative

Il Sassuolo giocherà l'ultima giornata di Serie A da squadra già retrocessa. L'obiettivo della società adesso deve essere quello di resettare l'annata negativa e gettare le basi per una veloce risalita. Sarà difficile tenere tutti i big, sia per una questione di ambizioni personali dei calciatori sia per una questione di costi. Dopo undici anni in Serie A, il passaggio in Serie B si farà sentire tanto dal punto di vista economico, e il paracadute destinato ai club retrocessi può solo attenuare l'impatto con la cadetteria.

E Domenico Berardi? Deciderà di rimanere al Sassuolo per riportarlo in Serie A oppure anche per lui, infortunio permettendo, è arrivato il momento di lasciare la comfort zone e misurarsi con realtà diverse rispetto a quello neroverde?

L'articolo originale è stato pubblicato da 90min.com/IT come 90min difficili, 37ª giornata di Serie A: il Sassuolo.