L’Alta Corte del Regno Unito si pronuncia contro Craig Wright per le rivendicazioni sul copyright di Bitcoin

UK High Court rules against Craig Wright over Bitcoin copyright claims

L’Alta Corte del Regno Unito ha emesso un verdetto schiacciante contro Craig Wright, una figura controversa che afferma di essere l’inafferrabile creatore di Bitcoin (BTC), Satoshi Nakamoto.

Il giudice James Mellor, in una sentenza scritta, ha affermato che Wright aveva mentito “ampiamente e ripetutamente” durante il processo, accusandolo inoltre di presentare prove “fabbricate” a sostegno delle sue affermazioni.

Il COPA vince contro Craig Wright

La sentenza del giudice Mellor costituisce il culmine di una lunga battaglia legale durata diversi anni.

La causa, intentata dalla Crypto Open Patent Alliance (COPA), mirava a contestare le affermazioni di Craig Wright sulla proprietà dei diritti intellettuali sul codice e sul whitepaper di Bitcoin.

I presunti tentativi di Wright di rivendicare questi aspetti fondamentali dell’ecosistema delle criptovalute sono stati accolti con scetticismo e resistenza legale da vari ambienti.

La natura litigiosa di Wright, caratterizzata da numerose cause legali contro sviluppatori e individui critici nei confronti delle sue affermazioni, ha sollevato preoccupazioni all’interno della comunità Bitcoin.

Tuttavia, Mellor ha riconosciuto l’impatto negativo della strategia legale aggressiva di Wright sugli sviluppatori Bitcoin, affermando che Satoshi Nakamoto, noto per un approccio collaborativo e non conflittuale, difficilmente ricorrerebbe a un contenzioso.

Fabbricazioni e falsificazioni di documenti

La sentenza ha evidenziato le presunte invenzioni e falsificazioni di documenti da parte di Wright su scala significativa, il tutto a sostegno della sua affermazione centrale di essere Satoshi Nakamoto.

Il giudice ha definito “goffe” le azioni di Wright e ha sottolineato il ruolo fondamentale che queste falsità hanno svolto nel determinare l’esito del processo.

La COPA, costituita con l’obiettivo primario di difendere la natura aperta dell’ecosistema delle criptovalute, ha contestato le affermazioni di Wright, sostenendo che tali affermazioni potrebbero soffocare l’innovazione e dissuadere gli sviluppatori dal contribuire alla rete Bitcoin.

Durante il processo, emersero prove che mettevano in dubbio l’autenticità delle affermazioni di Wright.

I documenti presentati dalla difesa di Wright che presumibilmente sostenevano la sua identità come Satoshi Nakamoto furono esaminati, rivelando incongruenze e anomalie.

Font che non esistevano al momento presunto della loro creazione e metadati che indicavano recenti alterazioni dei documenti figuravano tra le discrepanze citate nella sentenza del giudice Mellor.

Le accuse di falsa testimonianza incombono su Craig Wright

La saga legale che circonda Craig Wright è stata attentamente monitorata dalla comunità delle criptovalute, date le sue potenziali ramificazioni per il futuro di Bitcoin e del più ampio spazio blockchain.

La sentenza di Mellor rappresenta una battuta d’arresto significativa per le ambizioni di Wright, con la possibilità che accuse di falsa testimonianza incombono su di lui.

In risposta al verdetto, il COPA ha salutato la decisione come una vittoria dell’innovazione aperta e dei principi su cui è stato fondato Bitcoin.

L’alleanza ha ribadito il suo impegno a salvaguardare la natura decentralizzata dell’ecosistema delle criptovalute, promettendo di continuare i suoi sforzi per proteggerlo da rivendicazioni ingiustificate sul copyright.

Mentre le acque si depositano su questa resa dei conti legale, le implicazioni più ampie della sentenza del giudice Mellor si ripercuotono nel panorama delle criptovalute.

Il verdetto non solo sottolinea l’importanza della trasparenza e dell’integrità all’interno della comunità, ma funge anche da ammonimento contro i tentativi di monopolizzare o controllare gli elementi fondamentali delle tecnologie decentralizzate come Bitcoin.

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