Il sindaco di San Donato fa il punto sul progetto dello stadio del Milan

By Andrea Gigante

Con il campionato ormai concluso e il calciomercato che invece deve ancora cominciare, in casa Milan torna d'attualità il discorso legato alla costruzione del nuovo stadio. A fare il punto della situazione ci ha pensao Francesco Squeri, sindaco di San Donato, ossia il comune dell'hinterland in cui il club rossonero vorrebbe far erigere l'impianto. Nell'intervista concessa ai microfoni di Newzgen, programma prodotto da Alanews, Squeri si è soffermato in particolar modo, oltre che sullo stato d'approvazione del progetto, sulla scelta del Milan di staccarsi dall'Inter per realizzare uno stadio in solitaria.

Progetto approvato: “Sport Life City aveva presentato un progetto di arena approvato dalla passata amministrazione. All’inizio di maggio ho inviato le lettere per l’accordo di programma a Regione Lombardia, Ferrovie dello Stato e Città Metropolitana, che presumibilmente dovrebbero rispondere manifestando la loro disponibilità: a quel punto partirà un iter previsto dalla legge della durata di circa 18 mesi in cui verranno prese in esame tutte le opere cui dover far fronte".

La costruzione dello stadio comporterà dei disagi? "È indubbio che la costruzione di uno stadio possa comportare dei disagi per i cittadini, ma questa amministrazione è impegnata affinché i benefici siano infinitamente maggiori agli svantaggi e in questo anno e mezzo cercheremo di raccontarli alla cittadinanza. Pensiamo solo alla possibilità di disporre di una vera e propria stazione ferroviaria, con banchine allargate, più rotaie, addirittura treni ad alta velocità che possano fermare a San Donato".

Le caratteristiche degli stadi moderni: "Gli stadi moderni accolgono le persone, propongono eventi da ricordare, un po’ in stile americano, bisogna dimenticare quelli del passato. Lo stadio, se fatto in una certa maniera, può essere una grande opportunità per la città, ma tengo a ribadire che non è obbligatorio farlo a San Donato Milanese. Sicuramente, tuttavia, ci sarebbero grandi benefici, soprattutto per i giovani che avrebbero spazi in più di aggregazione e incontro".

Sulle strumentalizzazioni: "Mi sembra, invece, che al momento ci siano delle strumentalizzazioni, da parte dei No-stadio, un po’ troppo esagerate: propongono sui social foto di tifosi che si picchiano, sporcizia, bottiglie di vetro in pezzi sparsi. Ci vuole più equilibrio”.

Una resta a San Siro: “Da appassionato e tifoso milanista, quindi non in veste di sindaco, sono convinto che, per restare competitive nel calcio moderno, le due squadre non giocheranno più insieme nello stesso stadio: secondo me una squadra resterà a San Siro, mentre l’altra andrà in un altro impianto, non so se a Rozzano o San Donato. E’ solo una mia sensazione, non ne ho parlato con nessuno della società, ma se è vero che WeBuild presenterà un progetto per ristrutturare l’impianto garantendo la partecipazione di parte dei tifosi e il sindaco Sala, rispetto al passato, sta allargando le opportunità di allestire attività quali musei e store nei pressi dello stadio, non è certamente una cosa da poco. Personalmente, mi sembra strano i due club possano giocare all’interno dello stesso impianto”.

Sugli incontri con Furlani: “Come amministrazione, il nostro ufficio tecnico si è sempre interfacciato con Sport Life City; io ho incontrato il CEO Giorgio Furlani solamente una volta. Sono convinto che dialogare con Sport Life City sia corretto, una volta che il progetto dovesse passare a una fase di attuazione sicuramente il nostro ufficio interloquirà con i tecnici del club. Il fatto di non parlare direttamente con il management rossonero non sposta la lancetta delle probabilità”.


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