La buonuscita, il ruolo di Elkann e l'accordo: cos'è successo tra Allegri e la Juve?

By La redazione di 90min

Dopo giorni di tenore ben diverso, tutt'altro che pacifico, è arrivata ieri l'ufficialità dell'accordo tra la Juventuse Massimiliano Allegri per la risoluzione del contratto del tecnico, in anticipo di un anno sulla naturale scadenza. Una situazione sorprendente se si pensa al fatto che, solo pochi giorni fa, era arrivata la notifica all'allenatore del licenziamento per giusta causa, con tanto di annesso scenario di battaglia legale inevitabile tra le parti. Sia La Gazzetta dello Sport che il Corriere dello Sport, quest'oggi, provano a fare chiarezza sui termini dell'accordo e sulle modalità con cui Juve e Allegri sono arrivati al compromesso.

Accordo Juve-Allegri: i retroscena

La Gazzetta spiega come la firma sia arrivata ieri a Milano, in un noto studio legale del centro: l'accordo tra le parti in realtà era già stato trovato la scorsa settimana, con successiva frenata da parte del tecnico (e con conseguente notifica di licenziamento per giusta causa). Inizialmente l'idea del tecnico, di fronte alla suddetta PEC, era quella di proseguire con la battaglia e di chiedere anche i danni d'immagine, successivamente - di fronte a più miti consigli - la direzione è tornata quella del compromesso. Il quotidiano si sofferma anche sulla parte economica, citando la rinuncia da parte di Allegri a più della metà dei 7 milioni netti di ingaggio che avrebbe dovuto percepire nel 2024/25.

Il ruolo di Elkann

Anche il Corriere dello Sport si sofferma su quanto accaduto ieri, citando un aspetto ulteriore: il possibile intervento diretto di John Elkann per arrivare ad un simile epilogo, tutt'altro che scontato. Elkann ha sempre dato prova di voler vedere la Juve "lontana dai tribunali" e la questione Allegri ne avrebbe fornito ulteriore conferma: Allegri avrebbe visto Elkann a Wembley, in occasione della finale di Champions (ma anche in precedenza, al GP di Montecarlo) e gli incontri avrebbero portato a una distensione. Il Corriere parla di una buonuscita di circa 4-5 milioni di euro ma in tal senso non ci saranno comunicazioni ufficiali: le cifre resteranno, almeno formalmente, segrete.

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