Come cambia il mercato della Fiorentina in base al modulo: 4-2-3-1 o 3-4-2-1?

By Matteo Baldini

C'è aria di rivoluzione dalle parti del Viola Park, anche solamente riferendoci all'avvicendamento tra Vincenzo Italiano e Raffaele Palladino che si è consumato nell'arco di un paio di giorni, un ribaltone sancito adesso anche dalla doppia ufficialità diffusa da Fiorentina e Bologna. La rapidità con cui Pradè e Ferrari si sono mossi per individuare il tecnico del futuro, quello del nuovo ciclo dopo la fine di quello triennale a guida Italiano, fa capire quanto fosse urgente porre subito basi solide anche a livello di dialogo necessario per intervenire sul mercato in modo concordato e coeso.

Un punto su cui Pradè, referente dell'area sportiva viola, ha voluto porre l'accento è proprio quello del dialogo col nuovo allenatore: già negli ultimi giorni - appena dopo la firma e i saluti al Viola Park - si sono poste le prime basi per la Fiorentina 2024/25 e, a questo punto, ci s'interroga su quale possa essere il peso delle indicazioni tattiche di Palladino sul mercato pronto a partire. Da un lato abbiamo il 3-4-2-1 che "tradizionalmente" appartiene al DNA di Palladino, spesso raccontato come allievo di Gasperini, d'altro canto abbiamo il 4-2-3-1 su cui il tecnico ha virato nella seconda parte della stagione 2023/24 al Monza.

Rivoluzione o miglioramento?

In conferenza stampa, proprio nel giorno della firma di Palladino e della sua comparsata di fronte ai giornalisti, è sembrata emergere una doppia visione: quella mediatica del tutto rivolta a una rivoluzione della rosa e quella societaria, espressa da Pradè, rivolta a un miglioramento di un gruppo già all'altezza. Verosimile che la verità si ponga all'incrocio tra le due ipotesi: nessun repulisti totale, non una rivoluzione affine a quelle vissute in passato (ad esempio prima del 2012/13), ma neanche una conferma in blocco del gruppo (dati anche addii sicuri, tra fine prestito e contratti in scadenza).

Pradè | Jonathan Moscrop/GettyImages

Un aspetto che lega le aspettative mediatiche e i propositi societari lo si può riscontrare nel tormentone centravanti: sia nel racconto che nella sostanza, dunque, è lecito immaginarsi uno sforzo importante per una prima punta (con Belotti di ritorno alla Roma e Nzola da vedere come rincalzo, sempre che rimanga in viola). La ricerca di una prima punta non cambia in base al modulo di riferimento, servirà un elemento in grado di fare reparto da solo e di vestire i panni del terminale offensivo: Beltran avanzerà il raggio d'azione ma, evidentemente, il suo profilo resta più da seconda punta.

Emergenza centrocampo

Numericamente l'emergenza riguarda però, ancor più dell'attacco, la linea mediana: a prescindere dal modulo è evidente come gli addii abbiano ridotto pesantemente le opzioni per il nuovo tecnico. Arthur e Maxime Lopez torneranno alla Juve e al Sassuolo per fine prestito, Duncan andrà in scadenza così come Bonaventura e Castrovilli. Il solo Mandragora appare dunque in linea col ruolo di interno, sia che si parli di 3-4-2-1 che di 4-2-3-1: i giovani Bianco e Amatucci potranno dare profondità alla rosa ma, ad oggi, serviranno almeno due colpi in quel reparto, considerando come Amrabat sia destinato a ripartire.

Arthur e Bondo | Gabriele Maltinti/GettyImages

Le stagioni scorse sono state caratterizzate dalla ricerca di un regista, di un metronomo, e gli arrivi di Arthur e Maxime Lopez la scorsa estate andavano in tale direzione: la situazione adesso cambia e Palladino potrebbe auspicare, accanto a Mandragora, elementi atleticamente più prestanti del brasiliano e del francese. I nomi di Bondo e di Brescianini, citati negli ultimi giorni tra i possibili obiettivi, possono dare un'indicazione corretta - come caratteristiche - di quello che sarà il partner di Mandragora.

Gli altri reparti

Nel reparto arretrato si prospetta una conferma in blocco di Milenkovic, Quarta e Ranieri: Comuzzo e Lucchesi devono ancora dimostrare di essere pronti, servirà comunque almeno un innesto (soprattutto se Palladino volesse puntare sulla difesa a tre). Le certezze principali sono sugli esterni: Dodò/Kayode e Biraghi/Parisi danno garanzie sia in caso di 3-4-2-1 che di 4-2-3-1, senza dunque richiedere investimenti. Sulla trequarti è possibile che Palladino, soprattutto in caso di 3-4-2-1, auspichi l'arrivo di elementi col profilo da trequartisti: in linea teorica è possibile immaginare Nico Gonzalez accanto a un elemento con le caratteristiche di Zaniolo (citando un nome spesso ricorrente in chiave mercato).

Zaniolo | ANP/GettyImages

Le incognite in quella zona del campo sono tante: Bonaventura e Castrovilli sarebbero adatti ma andranno in scadenza, Barak potrebbe tornare al centro di voci di mercato e Infantino resta un oggetto misterioso. In caso di 4-2-3-1 servirebbe una folta batteria di esterni: al momento ci sono Ikoné, Sottil, Kouamé e Nico Gonzalez ma il mercato potrebbe regalare turbolenze, rendendo dunque necessario investire. Al netto della scelta sul modulo, dunque, appare piuttosto lineare il discorso sulle priorità e le emergenze da risolvere: servono due interni di centrocampo e un centravanti da doppia cifra, negli altri reparti la situazione (almeno numericamente) è ancora lontana da vere criticità.

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