La situazione dello stadio Franchi spiegata dal DG viola Alessandro Ferrari

By La redazione di 90min

Parole dure e schiette quelle di Alessandro Ferrari, Direttore Generale della Fiorentina, intervenuto alla settima Commissione Cultura e Istruzione del Senato. Tema dell'intervento: lo stadio. Il DG viola ha spiegato la situazione che si è creata attorno allo stadio del club toscano, spiegando passo passo tutto ciò che è successo da quando Rocco Commisso ha preso in mano la proprietà della Fiorentina. Ecco le sue parole riportate da Calcio&Finanza.

"A Firenze stiamo vivendo una situazione paradossale. Il presidente voleva fare uno stadio di proprietà, abbiamo presentato un progetto la cui fattibilità è stata negata dalla Sovrintendenza. Abbiamo seguito il Comune che ci ha portato su aree che non erano fattibili né dal punto di vista economico né funzionale. Abbiamo cercato anche zone fuori Firenze ma la politica non ci ha aiutato. Allora abbiamo ripiegato sul rifacimento di uno stadio di atletica, su consiglio del Comune, per poi sentirci dire dalla Regione che non si poteva toccare. Ecco che siamo finiti a conoscere che il Franchi è destinato a diventare monumento riconosciuto dal Ministero della Cultura. Il sindaco è riusciuto ad ottenere 130-140 milioni di euro per ammodernare l'impianto, ma per concludere il progetto servono 100 milioni di euro che non ci sono"."Il 1° giugno sono partiti i lavori e noi rischiamo di avere uno stadio da 22mila posti a sedere su 34mila, con un danno economico tra i 9 e i 13 milioni di euro a stagione, senza avere la certezza sul nostro stadio di casa per la stagione 2025-26. Abbiamo potuto fare una convenzione annuale perché il Comune ci ha detto che non c'è visibilità sul termine dei lavori, per questo abbiamo mandato una lettera al Comune per fermare i lavori fino a che non ci saranno certezze"."Questo è ciò che succede ad un imprenditore italo-americano che in cinque anni ha investito 440 milioni di euro tra Fiorentina, Viola Park e spese di gestione. Ma si è trovato di fronte a difficoltà per poter realizzare strutture fondamentali per chi fa calcio. Oggi negli stadi italiani in alcuni posti non si vede il campo, i bagni sono inutilizzabili. Le infrastrutture sono il primo tema da tenere presente. Noi abbiamo a cuore anche il settore giovanile e il calcio femminile, ma ad oggi questo rappresenta una spesa senza alcuna possibilità di ritorno. Qualche aiuto servirebbe ad una società che investe e che lascia qualcosa: il Viola Park per esempio rimarrà a Firenze e della Fiorentina anche quando Commisso non sarà più presidente".


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