Cose positive e negative che ci portiamo a casa dopo la sfida contro la Spagna

By Francesco Castorani

Ormai è in archivio. A referto come 90 minuti di sofferenza dai quali l'Italia non è uscita molto bene. La sconfitta contro la Spagna, maturata di misura (1-0), è generosa rispetto a quanto mostrato dal campo. Una differenza di status che esalta il lavoro di De la Fuente e del talento individuale spagnolo, e pone gli azzurri un po' indietro su alcuni concetti, da recuperare in fretta in vista dell'ultima sfida della fase a gironi contro la Croazia e dei probabili Ottavi di Finale.

Spagna-Italia è in archivio con 20 tiri della Roja, di cui 8 in porta, 8 fuori e 4 fermati. Con oltre 2 xG prodotti e una differenza netta per quanto riguarda il numero di passaggi completati e la percentuale di possesso palla.

Cose positive

L'uomo in copertina, e forse basta ripensando ai 90 minuti di Gelsenkirchen. A parlarne è stato anche il capitano della Nazionale spagnola Alvaro Morata: "Sono dispiaciuto per non aver segnato, ma fino ad un certo punto. L'importante era vincere e portare a casa i tre punti. Poi non dimenticate che voi avete uno dei migliori portieri al mondo, Donnarumma è un top assoluto. Ha fatto 3-4 parate di grandissimo livello, ha delle qualità pazzesche".

Spain v Italy: Group B - UEFA EURO 2024 | Lars Baron/GettyImages

E anche andando a memoria le parate che cita l'attaccante dell'Atletico Madrid risaltano per la loro importanza e bellezza. Il colpo di reni sulla testa di Pedri dopo un minuto, il miracolo con le dita sul bolide di Fabian Ruiz dalla distanza e il doppio intervento su Ayoze Perez nei minuti di recupero per bloccare la sconfitta sull'1-0. L'unica nota positiva azzurra che risuona alla Veltins-Arena è la conferma che l'Italia, tra i pali, vanta ancora uno dei portieri migliori al mondo.

Cose negative

L'incapacità di entrare in campo con un approccio attento e convinto è un aspetto che, dopo l'inizio shock contro l'Albania, si stava per ripetere anche contro la Spagna. Un solo minuto per la prima enorme occasione avversaria, conclusa in angolo solo grazie al protagonista di cui sopra. Quell'impasse alla quale si assiste solitamente nei primi minuti di ogni gata, in cui le squadre si specchiano e cercano soluzioni per piegare la partita, per darle un senso, l'Italia l'ha nuovamente saltata a piè pari.

Se con l'Albania era arrivata una reazione istantanea, dovuta probabilmente alla verve dell'esordio, ma soprattutto a una differenza qualitativa con la formazione di Sylvinho, con la Spagna non è mai accaduto. La Roja ha dominato sotto tutti i punti di vista. Dimarco e in particolare Di Lorenzo, uno dei peggiori in campo, hanno sofferto tremendamente Yamal e Nico Williams. Jorginho non ha mai contenuto Pedri, mentre Frattesi e Pellegrini si sono ritrovati a girare per il campo, dispersi dal possesso rapido e creativo organizzato da Rodri e Fabian Ruiz. Marcare Scamacca, isolato a 50 metri dalla porta avversaria, si è rivelato un compito facile per le Normand e Laporte, e l'accerchiamento iberico ha permesso a Carvajal e Cucurella di agire indisturbati come ali aggiunte alla manovra.