Il progetto Genoa tra programmazione, bilancio, mercato e stadio

By La redazione di 90min

Amministratore delegato da marzo 2022 del Genoa, Andrés Blazquez ha concesso una lunga intervista a Calcio & Finanza spiegando il progetto del club ligure. Dalla programmazione al calciomercato passando per l'obiettivo economico a medio/lungo termine e la questione stadio. Il Genoa da settembre 2021 è sotto controllo di 777 Partners, il fondo statunitense che sta provando a creare una rete di squadra in stile Football City Group, essendo proprietario anche dell'Hertha Berlino, dello Standard Liegi, del Vasco da Gama e - con una quota di minoranza - del Siviglia.

"Per blasone, storia, tifoseria e bacino d'utenze il Genoa dovrebbe stare sempre nelle zone medio/alte della classifica, insieme a Fiorentina e Torino. Quest'anno non ci siamo andati lontani ma solo la sicurezza di essere sempre in quella fascia ti consente di pianificare investimenti anche a medio termine senza avere l'incubo di una retrocessione in Serie B. E per far questo bisogna crescere in termini economici. È vero che può anche capitare un'annata storica come quella del Sassuolo per scivolare in Serie B, nonostante la bravura di un manager come Giovanni Carnevali".

Gli obiettivi economici del Genoa"Il nostro obiettivo è l'efficienza delle risorse economiche. Per ambire a posizioni migliori bisogna osservare quanto costano le rose dei club che partecipano alle coppe europee. Noi siamo a un livello che sta tra la metà e un terzo dei club che prendono parte alle coppe, eccetto il Bologna che quest'anno ha fatto qualcosa di fantastico. Per poter fare una squadra competitiva bisogna sistemare ancora i conti, se riusciamo a mettere insieme una squadra da 40 milioni di euro di ingaggio, avremmo una rosa competitiva per le coppe. Ma per arrivare a quel punto ci serve ancora qualche anno"."Se riusciamo a portare i ricavi ricorrenti a 90-95 milioni di euro nei prossimi tre anni (attualmente il Genoa tocca i 75 milioni di euro, escludendo le plusvalenze) creando una squadra sostenibile, possiamo arrivare fino a 50-55 milioni di monte ingaggio. Per me fare plusvalenze non è gestire ma avere fortuna perché un anno può andare bene ma è difficile che ogni anno un club scovi un talento da piazzare sul mercato per sistemare i conti".

Sulla ristrutturazione del Luigi Ferraris"Gli impianti in Italia non sono a livello di un top campionato come la Serie A, ci sono pochissimi stadi che sono al livello di quelli europei. Inter e Milan pur avendo un impianto vecchio per ogni partita incassano milioni di euro, noi siamo invece sui 300mila euro a partita. Penso che un Luigi Ferraris opportunamente ristrutturto e portato a nuovo potrebbe portarci a 700mila euro di incassi tra biglietteria, hospitality e merchandising nel giorno delle partite"."In Spagna gli stadi sono più nuovi e aggiorati anche quando l'impianto non è di proprietà del club, come nel caso del Betis e dell'Athletic Bilbao. I club hanno portato avanti rapporti con l'amministrazione pubblica con affitti a lungo termine. Non è necessario che un club sia proprietario dell'impianto per portare a termine i lavori"."Cresdiamo che l'ente regionale possa dare un contributo per il Ferraris, se non altro per un motivo di equità con La Spezia, dove ha garantito un terzo della spesa per lo stadio. Inoltre il sindaco Marco Bucci è favorevole al rinnovamento dell'impianto perché potrebbe essere un cambio urbanistico importante per Marassi inteso come quartiere. Con la Sampdoria ci siamo sentiti per il Ferraris e siamo d'accordo con il progetto, vogliamo proseguire nella ristrutturazione dell'impianto per portarlo alla categoria 4 stelle UEFA. Prima iniziamo e meglio è. Eravamo pronti a partire un anno fa ma abbiamo dovuto rispettare il momento che stava attraversando la Sampdoria per fare una cosa insieme. Cambiata la proprietà, abbiamo cominciato a lavorare in modo produttivo. Non so se Genova sarà la città prescelta alla fine ma per noi può essere un tema di business, con spese aggiuntive che normalmente non dovremmo fare ma le affronteremo per provare a vincere la scommessa degli Europei. Soprattutto per uno stadio più moderno e con servizi più efficienti".

Il piano di crescita economica del Genoa e il mercato"La speranza è di arrivare quanto prima a 80 milioni di euro di ricavi ricorrenti. Una volta a regime l'ambizione è che magari già nel 2025-26 sarà il primo anno in cui si potrà puntare alle coppe europee. Martinez è ormai un calciatore dell'Inter, poi ci sono altri giocatori che venderemo quest'estate ma per lo più sono non titolari. Puntiamo ad avere un impatto positivo di 10-12 milioni di euro riuscendo a investire, come abbiamo fatto con Vitinha, anche in previsione di qualche uscita"."In entrata stiamo pensando ad un terzino destro. Vogliamo tenere Spence ma dipende da Tottenham. Si farà qualcosa a centrocampo, per Retegui invece l'idea è di tenerlo a meno di offerte faraoniche. Ovviamente nel caso ci fosse un'uscita, ci sarà un nuovo arrivo. L'obiettivo è crescere anche in classifica e vogliamo che la squadra sia migliore rispetto alla scorsa stagione. Se io volessi sistemare subito i conti venderei i migliori e il bilancio ne gioverebbe immediatamente, ma quale sarebbe poi il futuro del Genoa? Le nostre iniziative sono volte a incrementare le entrate ricorrenti proprio per non dover finanziare il mercato con le cessioni".

Le voci sulla proprietà 777 Partners e la cessione del club"Non ho nessuna indicazione da loro su una cessione delle quote, le indicazioni sono di continuare a investire e fare crescere il valore del club a lungo termine. Io ora sono dipendente del Genoa e non di 777 Partners, quello che accade sopra la nostra testa a volte lo sappiamo direttamente dai media. Posso dire che i rapporti sono ottimi e non sono cambiati minimamente. L'obiettivo è diventare più indipendenti dalla proprietà, per esempio si è dimesso un membro del board del Genoa, legato a 777 Partners, e verrà inserita una persona indipendente che viene dal mondo della finanza"."A volte si pensa che in una multiproprietà ci sia una squadra più importante dell'altra, ma nel nostro caso il gruppo punta ad avere successo con tutte le squadre nel loro percorso. Gli step sono più legati ai campionati che ai club: la Serie A è decisamente di livello più alto rispetto al campionato del Belgio o del Portogallo".


L'INTERVISTA COMPLETA A BLAZQUEZ SU CALCIO E FINANZA

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